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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

L'aria che tira

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La settimana appena conclusasi è stata decisamente negativa non solo per tutti i mercati azionari, ma in generale per quasi tutte le classi d’investimento: azioni, obbligazioni, oro. L’indice azionario globale ha perso oltre il 3%, quello europeo il 2% e il principale indice azionario a stelle e strisce il 2,45%. L’oro ha lasciato sul campo il 2,53%. Anche le obbligazioni hanno sofferto. In realtà i cali azionari hanno coinvolto perlopiù settori e regioni che erano più cresciuti nei 12 mesi precedenti: tecnologia, energie alternative e Asia. Al contrario i settori più colpiti dalla pandemia sono quelli che si sono comportati meglio: energetici, turismo (in particolare compagnie aeree, parchi divertimento e crociere), finanziari e il settore minerario.   Cosa sta succedendo? Anche questa settimana il colpevole di questi cali è la crescita dei tassi d’interesse nominali sul debito governativo e, diversamente da settimana scorsa, anche di quelli reali. Tale aumento è ascrivibile a due fat

È più pericoloso investire per 10 anni in un’obbligazione o sul mercato azionario?

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Nella settimana appena trascorsa mi è capitato di confrontarmi con un investitore riguardo all’orizzonte temporale degli investimenti. Qual è l’orizzonte giusto nel quale investire? Perché per investire in uno strumento azionario è necessario farlo con un orizzonte di lungo periodo? E quanto è lungo il “lungo periodo”?!? La risposta a queste domande è molto articolata ed estremamente attuale, ma cercherò di non dilungarmi troppo. Prima di tutto l’orizzonte giusto con il quale investire è dettato dai nostri obiettivi; Perché sto investendo quella somma? Cosa dovrà permettermi di fare e fra quanto tempo? Se si intende investire in uno strumento azionario* l’orizzonte con cui lo si fa dev’essere lungo per definizione perché, come ci ha ben dimostrato il 2020, i mercati azionari sono molto volatili e ci espongono al rischio di vedere ridotto il valore del nostro investimento in modo considerevole entro periodi di tempo piuttosto brevi. L’anno scorso i mercati azionari hanno perso tra il 34

I costi meno sono visibili e più sono importanti

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Puntuale è arrivato il consueto rapporto trimestrale del Centro Studi di Tosetti Value che passa in rassegna le performance e i costi dei prodotti del risparmio gestito delle prime 250 società per attivi in Europa. Il rapporto, come sempre, fa un’analisi tra le Società di Gestione estere e quelle nostrane e ancora una volta, purtroppo, ne esce una “fotografia” piuttosto imbarazzante per le Società di Gestione del Risparmio (SGR) italiane. "In Italia, le commissioni e oneri (fissi) hanno pesato per l’ 1,43% nel 2020. In Europa meno del 1%. Nell’arco di tre anni i costi fissi hanno sottratto in Italia fino al 6,88% a performance totali già meno brillanti." I dati e numeri presentati in tabella vanno soppesati con una certa attenzione perché non si possono mettere sullo stesso piano case d'investimento che hanno investito sull'azionario il 40% con case che ne hanno il 10%. I fondi azionari sono generalmente più costosi di quelli obbligazionari e quindi il dato medio fin

L'elefante nella stanza: il conflitto d'interesse

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Alcune   settimane fa ho scritto   che un consulente agli investimenti in banca è un dipendente dell’istituto ed è quindi da esso retribuito, con tutto ciò che questo comporta. Il Consulente Finanziario è invece un libero professionista e il suo “stipendio” è rappresentato da una parte delle commissioni generate dai prodotti d’investimento dei suoi clienti. In un certo senso i datori di lavoro del Consulente Finanziario sono proprio i suoi clienti. La conseguenza diretta è che la consulenza media offerta in banca ha un approccio incentrato sul prodotto e sul rendimento (o meglio sulla promessa di rendimento) e non sulle necessità dei clienti, sulla pianificazione finanziaria e sulla corretta gestione dei rischi. Inoltre l’offerta di strumenti finanziari in banca è quasi esclusivamente monomarca (quella della banca stessa), mentre i consulenti finanziari hanno di norma una grande libertà nella scelta degli strumenti d’investimento da proporre e utilizzare e quindi potranno scegliere que