22 giugno 2020 Giornata mondiale delle foreste pluviali
Le foreste ricoprono quasi un terzo delle terre emerse (30%), ma questa superficie si sta riducendo ad un ritmo allarmante. Anche in questo caso per colpa dell’uomo.
Un tempo le foreste pluviali coprivano il 14% della superficie terrestre, mentre oggi solo il 6%.
Amazzonia e foresta del Borneo rappresentano circa la metà di tale estensione e sono 2 degli habitat più a rischio del pianeta. L'Amazzonia si è ridotta del 17% negli ultimi 50 anni, mentre la foresta del Borneo ha perso la metà della sua estensione.
La deforestazione è un fenomeno che ha un impatto molto forte sulla biodiversità e sui cambiamenti climatici.
Sulla biodiversità, perché gli scienziati calcolano che nelle foreste pluviali trovino il loro habitat naturale tra il 50% e l’80% delle specie animali e vegetali.
Sui cambiamenti climatici in quanto le foreste sono il polmone verde della terra (insieme agli oceani) poiché assorbono anidride carbonica, la maggior responsabile dell’effetto serra e contribuiscono a regolare il clima e l’umidità dell’aria.
Secondo il World Resource Institute se la deforestazione delle foreste pluviali fosse un paese, sarebbe il terzo maggior responsabile di emissioni di CO2 nell’atmosfera dopo Cina e Stati Uniti.
Le cause della deforestazione sono molteplici, ma tutte riconducibili all’attività umana; tra le principali possiamo annoverare: agricoltura, pascolo, legname, urbanizzazione, sfruttamento del suolo.
Se questo fenomeno continuerà al ritmo attuale fra 100 anni non esisteranno più foreste.
Tutti noi possiamo fare molto con le nostre scelte di consumo, le nostre abitudini alimentari e anche con le nostre decisioni in materia di investimenti.
Il cambiamento è nelle mani di ognuno di noi.
E passa anche dalle scelte d’investimento.
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