La bussola dei rendimenti 1: l'andamento dei mercati


Sono ormai settimane che i mercati azionari hanno smesso di andare in una sola direzione, verso l’alto, e hanno ricominciato a … fare i mercati.


La situazione anomala non è quella che abbiamo vissuto da metà febbraio in poi, quando è tornata a farsi sentire la volatilità e i mercati hanno fatto un po' di capriole. L’anomalia l’abbiamo vissuta dal 23 marzo 2020 in avanti: indici azionari che non hanno fatto altro (o quasi) che salire.
La pacchia non può durare per sempre…
Stiamo uscendo da una recessione e le previsioni di crescita economica per quest’anno sono decisamente buone, e continuano a venire riviste al rialzo, in tutto il mondo; è quindi abbastanza normale attendersi che i mercati salgano sospinti dalla crescita degli utili azionari, dalla ripresa dei consumi e da una ritrovata fiducia nel domani. Ciò non vuol dire che lungo il percorso non incontreremo ostacoli, rallentamenti e deviazioni.
 
Vale quindi la pena ricordare quali sono le variabili da cui dipende il successo di una strategia d’investimento:

  • L’andamento dei mercati
  • La composizione del nostro portafoglio d’investimenti
  • I comportamenti che assumiamo

 
L’andamento dei mercati, nel loro insieme, è del tutto indipendente dalla nostra volontà, estremamente difficile da prevedere, anzi possiamo tranquillamente dire che sia imprevedibile, e quindi del tutto al di fuori del nostro controllo.
Tutti gli  anni durante il mese di dicembre fioccano le previsioni per l’anno successivo riguardo alla crescita economica, l’andamento dei cambi, dell’inflazione, dei tassi, ecc ad opera di istituzioni internazionali (Banche Centrali, Fondo Monetario Internazionale, Nazioni Unite, Unione Europea, ecc), a cui si aggiungono quelle relative all’andamento dei mercati azionari e dei vari asset finanziari (che si tratti di azioni tecnologiche, petrolio, obbligazioni governative, ad alto rendimento o dei mercati emergenti, ecc) ad opera di case d’investimento, banche e organizzazioni varie.

Per lavoro leggo numerose di queste previsioni e ogni anno mi stupisco di quanto nei mesi successivi si rivelino limitate, inesatte e spesso del tutto lontane dalla realtà. L’esempio più lampante e vicino a noi lo troviamo nelle previsioni fatte a fine 2019 per il 2020. Nessuno si era nemmeno lontanamente sognato quello che poi è successo, rendendo vane tutte le congetture sulla crescita di economie, utili aziendali, mercati e settori. E ancora, una volta che la pandemia ha colpito l’occidente e i mercati mondiali sono crollati tra metà febbraio e metà marzo, nessuno ha previsto, né tantomeno ipotizzato, la ripresa che si è poi realizzata.

Il 2020, pur essendo un anno del tutto fuori dal comune non fa eccezione. Non vi è una singola casa d’investimento, banca o guru finanziario che, per quante risorse, tempo, studi e spremitura di meningi abbia impiegato, sia riuscito ad imbroccare una previsione per 2 anni di fila. Figurarsi se possiamo riuscirci noi singoli investitori.

Per questo motivo basare le proprie scelte d’investimento sulla convinzione che i mercati nel breve periodo saliranno, scenderanno, che si muoveranno lateralmente o andranno al bar a prendere un cappuccino, ha poco senso e spesso fa più male che bene. Tentare di azzeccare il momento giusto per entrare o uscire dal mercato (in gergo fare market timing) è un esercizio che ha pochissime probabilità di successo e in questi casi è più dettata dalla fortuna che da altro.
È questo uno dei punti, il principale, che differenzia l’investimento dalla speculazione. Chi investe lo fa, o dovrebbe farlo, con un orizzonte temporale medio-lungo curandosi più dei propri obiettivi finanziari che dell’andamento dei mercati; chi invece fa speculazione ha un orizzonte di breve o brevissimo termine e cerca di prevedere e anticipare il comportamento futuro dei mercati per ottenere dei guadagni.

I due approcci sono totalmente diversi e, vista l’imprevedibilità dei mercati nel breve periodo, danno risultati molto differenti.

 

In definitiva, il comportamento dei mercati ha un peso rilevante sull'andamento dei vostri investimenti nel breve periodo. Nel lungo periodo, quello su cui ogni investitore dovrebbe concentrarsi, le altre due variabili hanno un peso decisamente maggiore.
Questo perché nel lungo periodo, nonostante i crolli, le impennate e le capriole, i mercati tendono a crescere. Se siamo focalizzati su obiettivi a lunga scadenza possiamo benissimo ignorare quel che succede ogni singolo giorno ai nostri investimenti.

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