Fondi pensione, rigidità e flessibilità




La previdenza complementare ha un obiettivo chiaro e semplice: integrare l'assegno pensionistico pubblico.


Per tale motivo l’accesso al capitale accumulato è limitato a specifiche casistiche nella fase di contribuzione, ma gode di grande flessibilità una volta che si maturano i requisiti per la pensione.
A determinate condizioni è inoltre possibile utilizzare il capitale accumulato per ritirarsi in anticipo dal lavoro o per far fronte a situazioni particolari.

Dopo aver evidenziato come sia importante partire il prima possibile tramite la storia di Marco e Sara (
QUI) e aver delineato i vantaggi fiscali della previdenza complementare (QUI), oggi vediamo come è possibile aderire, quali sono i diversi tipi di fondi pensione e come poter usufruire del capitale accumulato. 


Come aderire

È possibile aderire alla previdenza complementare in 3 modi:
- versamento del proprio Trattamento di Fine Rapporto (TFR) (se dipendenti)
- versamento dei contributi del lavoratore e dell’azienda (se dipendenti)
- versamento di contributi volontari


1 - In caso tu sia un lavoratore dipendente (pubblico o privato) puoi contribuire ad un fondo pensione destinandovi il TFR maturando. Con l’accordo dell’azienda, puoi trasferire ad un fondo pensione anche il TFR già maturato e lasciato in azienda. Mentre il datore di lavoro è obbligato a versare il TFR maturando al fondo che tu gli indichi, è sua facoltà rifiutarsi di trasferire il TFR già maturato.
I dipendenti pubblici possono conferire il TFR maturando esclusivamente al fondo negoziale di riferimento e non ad un fondo aperto (per maggiori info leggere QUI).

2 - Nel caso tu sia un lavoratore dipendente, puoi conferire una parte della tua retribuzione mensile ad un fondo pensione direttamente dalla busta paga (contributo lavoratore).
Il tuo datore di lavoro contribuirà a sua volta nella misura prevista dall’accordo collettivo nazionale o dal regolamento aziendale (contributo azienda). 

Hai diritto al versamento da parte del datore di lavoro solo se effettui dei versamenti come lavoratore e di norma l’azienda contribuisce solo nel caso in cui tu scelga di contribuire al Fondo Pensione Negoziale di categoria (es. Cometa, Fon.Te, ecc).

3 - È infine possibile effettuare dei versamenti volontari
Possono farlo tutti i lavoratori, dipendenti (pubblici o privati), autonomi, liberi professionisti e imprenditori. 
Può aderire anche chi non sia lavoratore (persino se pensionato) purché la prima adesione avvenga almeno un anno prima del compimento dell’età richiesta per la pensione di vecchiaia. È possibile effettuare dei versamenti volontari anche per i familiari a carico (minori e non).


Le diverse tipologie di fondi pensione

Esistono 3 tipologie di fondi pensione: i fondi pensione chiusi o negoziali, i fondi pensione aperti e i piani individuali pensionistici.

 
  • Fondi pensione chiusi o negoziali (FPN): i fondi pensione chiusi sono istituiti da accordi o contratti collettivi di lavoro e l’adesione a questi fondi è consentita solo a determinate categorie di lavoratori. Il fondo Cometa ad esempio è il Fondo Nazionale Pensione Complementare per i lavoratori dell’industria metalmeccanica, della installazione di impianti e dei settori affini e per i lavoratori dipendenti del settore orafo e argentiero.
     
  • Fondi pensione aperti (FPA): a differenza dei fondi negoziali, ai fondi aperti possono aderire i lavoratori dipendenti appartenenti a qualunque categoria, i lavoratori autonomi, i liberi professionisti e i non lavoratori.
     
  • Piani Individuali Pensionistici (PIP): sono fondi pensione aperti di natura assicurativa.
     
 
Rigidità e flessibilità
 
Anticipazione
È possibile chiedere un anticipo della propria posizione di previdenza complementare in casi specifici e a determinate condizioni.
 

 
Riscatto
Oltre alle anticipazioni per i motivi indicati, è possibile richiedere un riscatto della propria posizione individuale in presenza di determinate condizioni.
  • Riscatto parziale (50% del capitale maturato) se non lavori da 1 anno
  • Riscatto totale (100% del capitale maturato) se non lavori da almeno 4 anni o in caso di sopraggiunta invalidità permanente con riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo
In entrambi i casi la tassazione applicata è del 15%-9% in base all’anzianità maturata nella previdenza complementare.
Dal 2018 è possibile chiedere il riscatto totale anche se si è disoccupati da meno di un anno, in questo caso però viene applicata una tassazione del 23%.
 
Vuoi ritirarti in anticipo dal lavoro?
Chiedi a R.I.T.A.!

Un altro tipo di prestazione molto interessante è la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata. Essa permette di farti erogare in parte o per intero il capitale maturato sotto forma di rendita.
È possibile chiedere la RITA se:
  • sei iscritto alla previdenza complementare da almeno 5 anni
  • hai maturato almeno 20 anni di contributi
  • hai cessato l’attività lavorativa
  • ti mancano meno di 5 anni per raggiungere l’età per la pensione di vecchiaia
Se l’Aderente ha cessato l’attività lavorativa da almeno 2 anni (e in questo caso non deve necessariamente aver maturato 20 anni di contributi) può richiedere la RITA anche se mancano 10 anni all’età per la pensione di vecchiaia.
La RITA è quindi un ottimo strumento per ritirarti in anticipo dal lavoro anche se non hai maturato i requisiti per la pensione.
 
Esempio:
La nostra amica Sara (LINK) ha iniziato a contribuire al suo fondo pensione a 25 anni. Ogni mese versa 500 euro e a 65 anni ha accumulato un capitale di 1.3 milioni di euro.
È stanca di lavorare e vuole dedicarsi a viaggiare e ai suoi hobby.
Decide quindi di utilizzare una parte della sua posizione previdenziale per ottenere una Rendita Integrativa Temporanea Anticipata.
Le sarà sufficiente utilizzare 200.000 euro per ottenere una rendita lorda di 50.000 euro l’anno fino al compimento dei 67 anni. A quel punto avrà maturato i requisiti e potrà andare in pensione°.
 
Erogazione della pensione integrativa
Una volta maturati i requisiti per la pensione sarà possibile chiedere l’erogazione della pensione integrativa.
Ci sono 3 possibilità:

 
  • l’intero capitale accumulato viene convertito in una rendita che andrà ad affiancare l’assegno pensionistico erogato dall’INPS;
  • puoi chiedere che fino al 50% del capitale accumulato venga liquidato sottoforma di capitale in un’unica soluzione e la parte restante venga erogata come rendita;
  • nel caso in cui la posizione maturata non sia superiore ad un certo importo*, puoi chiedere che ti venga liquidato per intero sottoforma di capitale
 
Esistono diverse forme di rendita: reversibile e non, di importo e durata minima certa, rivalutabile, ecc.; il Regolamento del fondo che hai sottoscritto ti riporta in dettaglio le tipologie di rendita tra le quali puoi scegliere.
 
Esempio:
Sara, dopo aver smesso di lavorare a 65 anni e aver utilizzato 200.000€ del capitale accumulato per ottenere una rendita tramite la RITA, a 67 anni matura finalmente i requisiti per la pensione.
Nella sua posizione previdenziale restano ancora 1.1 milioni di euro.
Se decide di trasformare l’intero capitale in rendita, otterrà ca. 45.000€ all’anno°.
Se invece decide di riscattare il 50% sottoforma di capitale, otterrà 550.000€ subito e poi una rendita di 22.500€ all’anno°.
 
Trasferimento
Dopo 2 anni dalla sottoscrizione di un fondo pensione è possibile trasferire la posizione ad un altro fondo a costi molto ridotti (di solito pochi euro), mantenendo l’anzianità maturata e senza essere soggetti ad alcuna tassazione.
 
 
 
Nel prossimo articolo parleremo di come fare la scelta giusta:
TFR in azienda o al fondo?
Fondo pensione negoziale, aperto o PIP, quale scegliere?
In che comparto versare?
Quali sono i costi e i rendimenti?
 
 
 
° Gli importi indicati sono lordi e va loro applicata la tassazione.

QUI trovi un simulatore che ti permette di calcolare l’importo netto della RITA.
*quando la pensione integrativa derivante dalla conversione di almeno il 70% del montante finale sia inferiore alla metà dell'importo che ogni anno viene fissato dalla legge per l'assegno sociale.
Lo so, è complicato; diciamo che ad oggi se la tua posizione complessiva è inferiore a 70.000 euro puoi chiedere l’intero importo sottoforma di capitale.

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