Fondi italiani: maggiori costi e minori rendimenti
In base ai dati raccolti ed analizzati da Tosetti Value e riportati da Il Sole 24 Ore del 7 novembre, in media i fondi italiani generano meno rendimenti per i loro sottoscrittori rispetto ai cugini europei.
Secondo lo studio, 100 euro investiti il 1 gennaio 2018 in fondi italiani al 30 settembre 2021 sarebbero cresciuti tra 103,6 e 113. I medesimi 100 euro investiti in fondi di case internazionali in media avrebbero registrato rendimenti decisamente maggiori crescendo tra 114 e 131,3 euro.
Questa macroscopica differenza è dovuta a due fattori: i costi e il diverso peso della componente azionaria.
Se i fondi italiani in media applicano dei costi pari all' 1,46% e hanno una componente azionaria del 20,5%, i fondi di case internazionali hanno costi decisamente minori, 0,96%, e un peso dell'azionario più che doppio, pari al 47,6%.
E' palese che applicare costi superiori all'8,5% in meno di 4 anni (01/01/2018 - 30/09/2021), come fanno alcune case italiane, danneggia fortemente la redditività degli strumenti d'investimento. Non sorprende invece che i migliori risultati vengano registrati da Vanguard che commercializza principalmente fondi indicizzati ed ETF con costi medi molto ridotti (0,66% nel medesimo periodo).
Ancora una volta risulta evidente che i risparmiatori italiani dovrebbero valutare con grande attenzione le loro scelte d'investimento proprio in merito ai costi degli strumenti in cui investono e al peso che dedicano alla componente azionaria.
A tal proposito è fondamentale una più attenta pianificazione finanziaria e una maggiore trasparenza sui costi che gravano sugli strumenti d'investimento.
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